Castelvecchio Calvisio, il borgo a forma di tartaruga ancora da scoprire

Castelvecchio Calvisio è un piccolo borgo situato non lontano dalla città di L’Aquila, in Abruzzo. È un luogo magico ma ancora poco conosciuto in quanto le rotte turistiche si concentrano maggiormente nella vicinissima Rocca Calascio, che da qualche anno ha invaso internet con la sua immagine iconica. Non troverete quindi Castelvecchio Calvisio nelle solite liste tipo i “top 10 dei borghi più belli da visitare in Abruzzo”, ma è davvero un luogo che merita una visita.

Camminare da soli in quei vicoli suggestivi è un’esperienza davvero unica, quasi mistica. Ma c’è davvero tanto altro da fare e da vedere a Castelvecchio Calvisio, se ne volete sapere di più, vi consigliamo la lettura di questo articolo.

L’uomo ha vissuto senza soluzione di continuità in questo territorio dall’età della pietra continuando a trasformarlo senza sosta nel periodo italico e romano. Sappiamo che nell’VIII secolo, dopo la caduta dell’Impero romano, vi erano quattro chiese intorno alle quali si erano sviluppati dei villaggi, noti come le “Quattro Ville“.

Castelvecchio-Calvisio-resti-archeologici

Le invasioni barbariche e i pericoli Saraceni provenienti dal mare, fecero sì che gli abitanti di questi piccoli villaggi, per avere maggior sicurezza, si riunissero nel luogo attuale più protetto e fortificato.

È quindi durante il Medioevo che Castelvecchio Calvisio nasce con i caratteri che ancora oggi lo rendono riconoscibile. Era un’area di grande importanza economica perché produceva ed esportava in tutta Europa beni preziosi come la lana, lo zafferano e i pellami attraverso la cosiddetta “Via degli Abruzzi” che collegava Firenze a Napoli. A testimoniare la grande importanza della zona, è il succedersi di potenti famiglie a governare in tutto il Rinascimento e oltre come i Celano, i Piccolòmini, i Medici o ancora i Borbone.

Castelvecchio Calvisio un gioiello immerso in una natura incontaminata

Il paese di Castelvecchio Calvisio si trova a più di 1000 metri di altitudine, arroccato sulle maestose ed incontaminate montagne abruzzesi. Si situa proprio nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e per questo è stato riconosciuto come un territorio da tutelare e proteggere proprio per la sua ricchezza naturalistica ed ambientale.

Immergersi in questa natura incontaminata anche solo per il tempo di un fine di settimana, lontano dal caos e dal rumore della città, significa fare il pieno di energia, di pace e di serenità. Il contatto diretto con la natura è fondamentale per il nostro benessere mentale. Con Castelvecchio Calvisio andate sul sicuro se cercate una vacanza rigenerante per la mente e il corpo.

In questa zona, si possono fare tante stupende escursioni, a piedi, in bicicletta o addirittura in sella ad un asino, ce ne sono per tutti i livelli e facili da fare anche con i bambini come per esempio, la traversata del fantastico canyon dello Scoppaturo.

Gran-Sasso-canyon-scoppaturo

Tenete gli occhi ben aperti, durante le vostre passeggiate non è affatto raro incontrare animali come il camoscio d’Abruzzo, l’aquila reale o il capriolo. Nelle notti stellate sentirete forse qualche lupo ululare. Si, si, ci sono davvero i lupi!

Castelvecchio Calvisio offre dei panorami mozzafiato che si aprono su un paesaggio punteggiato qua e là di mandorli, noci ed ulivi che nascondono parzialmente resti archeologi, testimoni della lunga storia che ha segnato questo territorio. Sono rimasti in pochi i terreni agricoli che hanno partecipato alla ricchezza di queste terre con prodotti di grande qualità come la cicerchia, il prezioso zafferano o ancora il grano antico di solina.

Castelvecchio Calvisio è unico nel suo genere

Siete curiosi di sapere perché? È vero, non è così semplice accorgersene passeggiando per i vicoli ma se si potesse per un attimo spiccare il volo e librarsi sopra il paese tutto diventerebbe subito evidente. Castelvecchio Calvisio, infatti, ha una forma unica che ha incuriosito molti studiosi.

Visto dall’alto, il paese sembra un guscio di tartaruga per la sua geometria ellittica e per il fatto che le case sono tutte strette tra loro seguendo il pendio della collina. Non si trovano nel mondo altri esempi simili di una forma urbana come questa, attentamente progettata e pianificata.

Questa particolare configurazione urbanistica determina un borgo molto compatto che permette di proteggersi dagli attacchi nemici, dai venti gelidi invernali e di resistere meglio anche ai terremoti che hanno colpito più volte Castelvecchio Calvisio nel corso della sua storia.

Castelvecchio-Calvisio-borgo-dAbruzzo-da-visitare

Parlando di attacchi nemici, un’altra particolarità forse più evidente è che più che un paese, somiglia ad un castello inespugnabile. In effetti, Castelvecchio Calvisio è stato pensato come una vera e propria macchina di difesa, una fortezza.

Ed è proprio questa l’impressione che offre da lontano, arroccato com’è su di un promontorio in posizione dominante, con le sue imponenti case-mura. Queste abitazioni erano tra loro collegate in modo che, in caso di attacco, i difensori potessero all’occorrenza spostarsi di casa in casa per combattere gli assalitori.

Oltre queste mura, c’erano anche delle vere e proprie torri di difesa sporgenti. Nel borgo c’era persino un piccolo forte, in seguito trasformato in chiesa. Castelvecchio Calvisio era inoltre protetto per metà da mura con un percorso di guardia e per l’altra metà da un fossato. Si poteva entrare al paese fortificato solo da un ponte che era probabilmente levatoio.

Un borgo da visitare anche per il suo ricco patrimonio storico-artistico

Il borgo di Castelvecchio Calvisio può essere considerato come un singolo monumento in quanto unico nel suo genere e come una testimonianza della creatività e dell’alta perfezione progettuale urbana raggiunta nel medioevo. La sua unità e particolarità creano un tutt’uno da preservare e trasmettere alle generazioni future. Non si trovano infatti nel mondo altri esempi di borghi con una forma simile derivata da una progettazione a tavolino e su così ampia scala.

Castelvecchio Calvisio conserva anche importanti capolavori di architettura e arte. Il ricco patrimonio storico-artistico di Castelvecchio Calvisio può sorprendere se rapportato alla sua dimensione. Non lo è se si considera la sua importanza strategica e la sua ricchezza in particolare durante il fiorente Rinascimento.

Si possono citare per esempio la chiesa di San Giovanni Battista all’interno del borgo e la chiesa di San Cipriano, all’esterno.

Chiesa-San-Giovanni-Battista-Castelveccchio-Calvisio

La prima, la chiesa di San Giovanni Battista, era in origine un palazzetto fortificato situato sulle possenti mura a precipizio verso la valle. La chiesa, che richiude al suo interno molte opere d’arte, è riccamente decorata. In particolare, è impressionante il ricchissimo e raffinato altare maggiore barocco degli inizi del Seicento in legno ricoperto di foglia oro. In questo altare è ricordato e celebrato il passato della mitica nascita del paese, una tradizione che era evidentemente ancora ben viva dopo secoli.

La seconda, la chiesa di San Cipriano, ha origine antichissime. Le prime notizie che abbiamo della chiesa risalgono al VII secolo ma sorge sicuramente su resti precedenti, forse di un tempio romano dedicato a Venere. Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni. Si presenta oggi dall’esterno con una facciata molto particolare e riconoscibile dal suo campanile. Sormonta il portale d’ingresso costituito da un pilastro e una colonna di recupero e fiancheggiato da imponenti speroni.

Castelvecchio Calvisio, un borgo autentico ricco di tradizioni da riscoprire

Per molti secoli il paese di Castelvecchio Calvisio è rimasto isolato sulle sue montagne. Questo isolamento ha partecipato a conservare tradizioni molto antiche e a limitare il mescolarsi con altre.

Da generazione in generazione si tramandano storie e si raccontano leggende. Tra quelle più note in queste zone troviamo quelle che hanno come protagoniste le streghe. Sono spesso storie molto buie che spaventano i bambini. Non è difficile pensare come doveva essere facile immaginare di sentire le streghe grattare alle porte alla ricerca delle loro giovani vittime nelle burrasche d’inverno e i fischi del vento delle notti gelide. 

Castelvecchio-Calvisio-borgo-medievale

Le condizioni di vita estreme, tra inverni rigidi e faticoso lavoro nei campi e nei pascoli, hanno anche profondamente influenzato la cucina di Castelvecchio Calvisio. I piatti sono infatti sostanziosi e a base di ingredienti provenienti dal mondo dell’agricoltura e della pastorizia. L’isolamento di Castelvecchio ha portato allo sviluppo di ricette uniche e peculiari che si discostano dalle ricette simili abruzzesi per una particolarità.

Diversi piatti dolci tradizionali sono stati infatti totalmente reinterpretati dai castelvecchiesi in piatti non più dolci ma salati creando un sorprendente ed inaspettato sapore.

Tra le ricette più significative ricordiamo: la ricotta schianta (ricotta di pecora mescolata con aceto rosso, pepe e peperoncino), i fillacchi (fichi lessati e fritti con pancetta e asparagi selvatici amalgamati con pecorino e uova), il fegato dolce (fegati di agnello fritti con un impasto di uovo e zucchero serviti insieme a fette di arancia) ed ancora le ferratelle salate.

Questi sapori così unici potrebbero derivare direttamente dal modo di cucinare medievale oltre che dalla evidente difficoltà di reperire alcune materie prime in questi territori.

Una fonte di ispirazione per gli artisti e gli studiosi

Il silenzio e la bellezza della natura, il fascino dei vicoli del borgo fanno di Castelvecchio Calvisio un luogo perfetto per ritirarsi per creare, studiare e riflettere.

La pittrice ed etnologa britannica Estella Canziani ha viaggiato molto in Italia agli inizi del ‘900 alla ricerca di tradizioni da raccontare e storie da tramandare. È rimasta molto colpita da Castelvecchio Calvisio e dai borghi vicini che descrive nei propri viaggi.

Castelvecchio-Calvisio-Castel-del-Monte-Estella-Canziani

Quando vede per la prima volta Castelvecchio Calvisio scrive: “Sembrava come se le case fossero parte della montagna, perché il loro colore era soltanto un po’ più pallido della terra; erano quasi sospese sul costone, in un modo da far paura.”

Accompagnata da una guida che la mette in guardia sulla cattiva reputazione degli abitanti, Estella descrive un borgo fatto di gallerie, vicoli stretti pieni di scale ed archi con case molto piccole e buie. “Eravamo circondati dalle ombre. Ogni tanto una strana faccia scura con i capelli neri guardava da una porta o dalla finestra e spariva.”

I contadini, che erano all’epoca la grande maggioranza degli abitanti di Castelvecchio Calvisio, anche se molto diffidenti all’inizio si aprono piano piano ad Estella. Accettano poi anche con orgoglio di raccontarle le loro credenze, tradizioni e farle vedere i pochi pezzi di artigianato da loro posseduti.

Nei tempi più recenti, Castelvecchio Calvisio non ha mai smesso di attirare studiosi, ricercatori e persone attratte dalla bellezza e dalla storia singolare del borgo. Chi l’avrebbe mai detto che un così piccolo paese potesse attrarre addirittura iniziative di portata internazionale.

Tra diverse iniziative, una è organizzata dalla International Society for Archaeology, Art and Architecture of Rome (ISAR) con la partecipazione del California Polytechnic State University, dell’università di Firenze e molte altre. Si tratta di un laboratorio di studio architettonico ed urbanistico che ha portato il proprio alto valore scientifico nel borgo anno dopo anno.

Camminare tra i vicoli di Castelvecchio Calvisio è come fare un viaggio nel tempo

Castelvecchio Calvisio è un luogo che ispira, che colpisce. Il suo fascino è dovuto al fatto che qui, il tempo sembra essersi fermato. È come fare un tuffo nel passato, un viaggio nel tempo.

Castelvecchio-Calvisio-borgo-dAbruzzo

Gli inverni rigidi, l’abbandono progressivo delle attività agricole e della pastorizia oltre ai frequenti terremoti hanno partecipato al progressivo abbandono del borgo di Castelvecchio Calvisio. Oggi sono rimasti un centinaio di abitanti che, nonostante tutto, rimangono attaccati con tanto cuore a queste terre.

Gli abitanti sono i guardiani e i custodi delle tradizioni di questo luogo magico. La loro cultura tramandata da secoli non è fatta solo di pietre e monumenti ma anche di racconti orali e storie. Questi racconti tramandati dalla notte dei tempi di generazione in generazione rischiano oggi di andare perduti per sempre se nessuno è più disposto a raccontarli o non c’è più chi può udirli.

Raccontare e ascoltare storie è un bisogno quasi vitale dell’uomo ed è anche fondamentale per la crescita dei bambini. Se ti interessa il tema ne parliamo in questo articolo “Le storie per bambini sono utili per la loro crescita?”

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