I racconti storici stanno vivendo, come tutto il mondo della cultura e dell’editoria, una trasformazione profonda. Questo grande cambiamento, in gran parte spinto dalle nuove tecnologie, è una straordinaria opportunità creativa. In particolare, quei racconti che cercano sempre di immergere il lettore in un altro tempo, potrebbero guadagnare tanto dall’innovazione tecnologica.
Vedremo in particolare in questo articolo un nuovo tipo di narrazione basato sull’interattività. I racconti storici interattivi sono una grande opportunità. Permettono non solo di trasportare il lettore in un’altra epoca ma di renderlo partecipe e addirittura di donargli il potere di creare la propria storia con le sue scelte o di diventare un personaggio della storia.
Ma prima di scoprire questo nuovo tipo di racconti storici parleremo dei racconti storici che si potrebbero definire tradizionali. Cercheremo poi di capire perché i racconti storici piacciono così tanto e da cosa si possono riconoscere i buoni racconti.
Vedremo anche come i racconti storici possono essere utilizzati anche per obiettivi come la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e come possono essere potenziati dalle nuove tecnologie.
Non siete ancora conviti che l’innovazione si sposi bene con il mondo dei racconti storici? Continua a leggere e vedrai che ti farò cambiare idea.
Cosa sono i racconti storici “tradizionali”?
Il racconto storico si può definire come una storia che narra eventi accaduti nel passato in un periodo e un luogo ben precisi e definiti.
Esistono però diversi tipi di racconti storici. Un primo tipo, il racconto storico in senso stretto, è la narrazione di un episodio veramente accaduto con personaggi che corrispondono a persone realmente esistite. Un altro tipo che si potrebbe definire racconto di ambientazione storica è invece l’invenzione di un avvenimento non reale ma verosimile. A differenza dei racconti storici, vede come protagonista un personaggio ideato dall’autore stesso, che si muove in una ambientazione passata.
La differenza tra questi due tipi di racconti storici è però spesso difficile da definire. Per esempio capita spesso che un personaggio sia il frutto dell’immaginazione ma che interagisca con uomini realmente esistiti e influenzi, con le sue azioni i fatti storici. La realtà si mescola all’invenzione sia per mancanza di informazioni che per scelta artistica dello scrittore.
In effetti, per quanto un romanzo o un racconto storico possano avere una ricerca storica molto attenta e uno studio dei documenti d’archivio, è praticamente impossibile ricomporre nella sua interezza un avvenimento storico. Il problema dello scrittore è quindi quello di trovarsi di fronte a pezzi di storia frammentati e a volte addirittura discordanti tra loro. La sua necessità di creare un tutt’uno coerente e comprensibile lo costringe a ricorrere all’invenzione. L’immaginazione ha però anche lo straordinario potere di rendere le storie più epiche e grandiose.
L’immaginazione ha però anche i suoi limiti. I romanzi storici devono sempre essere verosimili per garantire l’immersione del lettore nella storia e nel passato. Le descrizioni, gli avvenimenti, i personaggi devono essere coerenti con le nostre conoscenze di quel periodo storico e basarsi su uno studio approfondito. Lo scrittore di romanzi storici ha sempre l’impressione di camminare in un sottile equilibrio tra l’invenzione e la realtà.
Lo studio deve portare alla conoscenza non solo dei fatti ma anche di tutto quello che permette di immergersi in una storia. I colori, gli odori, l’atmosfera di un determinato luogo in un determinato tempo sono tutti elementi che garantiscono un’esperienza immersiva unica. Si dovrà quindi conoscere la vita quotidiana del passato, i riti e le abitudini ma anche le mode e le usanze delle persone dell’epoca. E se ci si fa prendere la mano si rischia di non uscirne più!
I romanzi storici, perché piacciono?
I racconti storici piacciono perché sono prima di tutto delle storie. Dalla notte dei tempi l’uomo racconta e ascolta storie. Lo ha sempre fatto anche se per diversi motivi: tramandare tradizioni, insegnare, far paura o convincere. L’uomo è, per così dire, biologicamente programmato ad ascoltare storie.
Raccontare una storia è creare una comunità, costruire le fondamenta di un gruppo unito da una stessa identità. Lo straordinario potere di coinvolgimento delle storie permette di connettere le persone con l’animo dei protagonisti. La descrizione dei personaggi e del loro stato d’animo crea un legame fortissimo con in lettore che spesso si identifica in loro.
Le storie hanno quindi un ruolo fondamentale nella trasmissione alle generazioni future di valori e di un bagaglio culturale essenziale alla crescita dei bambini.
Siamo tutti d’accordo, alcuni racconti hanno il potere di toccare il cuore. Ma i racconti storici nello specifico sono racconti ben particolari. Sono un modo per riconnettersi con la propria storia e le proprie radici. Abbiamo tutti bisogno di conoscere il nostro passato per andare avanti. Anche se quelle storie fanno parte della grande storia comune è lo stesso fondamentale per la formazione di una coscienza individuale.
Vedendo come un personaggio reagisce agli avvenimenti di cui abbiamo studiato nei libri di storia ci aiuta a mettere a confronto la sua vita con la nostra. Compariamo i nostri problemi e le nostre felicità alle sue, impariamo a vedere le cose in una giusta prospettiva.
I racconti storici hanno di buono il fatto di ristabilire una verità. La maggior parte delle volte essi non si concentrano solo sui grandi avvenimenti e sui grandi uomini che hanno segnato e cambiato la storia ma anche sulla gente comune che si sarebbe potuta incontrare nei luoghi anche più anonimi. I racconti storici propongono un vero viaggio nel tempo dove si può toccare con mano la vita quotidiana del passato.
Viaggiare nel passato è sempre stato uno dei grandi e affascinanti sogni dell’umanità, cosi come viaggiare nel futuro, ma a differenza del futuro il passato ha il vantaggio di averci lasciato qualche indizio e traccia da seguire!
Come si possono riconoscere i buoni racconti storici?
I buoni racconti storici devono essere capaci di trasportare il lettore in un altro luogo e in un altro tempo. Devono riuscire a trasmettere emozioni e rendere quasi viva l’atmosfera dei tempi passati. Ma non solo.
Come lo abbiamo già detto, il racconto storico si deve basare anche e soprattutto su uno studio approfondito del contesto storico nel quale è ambientato. Anche se ogni racconto è diverso, seguono tutti una stessa logica con gli stessi obiettivi. Potremmo quindi provare a scrivere una metodologia da seguire per la scrittura di questi racconti cosi particolari.
Per scrivere buoni racconti storici si deve:
1. Studiare e conoscere il contesto storico, geografico, politico o ancora artistico dell’epoca scelta.
2. Dopo aver raccolto un materiale sostanzioso si deve scegliere quale informazione verrà utilizzata. È ovvio che non è possibile usare tutte le informazioni raccolte altrimenti si rischierebbe di cadere in un pedante articolo scientifico perdendo di vista il romanzo.
3. Trovare un’idea narrativa scegliendo un avvenimento o un personaggio storico sul quale si vuole scrivere.
4. Scrivere la storia vera e propria usando la narrazione per dare vita ad informazioni astratte e scientifiche. La cura dei dettagli è determinante per riuscire a scrivere un buon racconto storico.
Sono proprio i dettagli a permettere un’immersione totale. Nel caso contrario se un elemento risulta poco verosimile si rischia di perdere completamente l’attenzione del lettore.
Quando i racconti storici si trasformano in potenti strumenti per valorizzare il patrimonio materiale e immateriale
Negli ultimi anni il mondo della cultura sta vivendo una trasformazione importantissima. Per ideologia o per necessità, i musei, siti archeologici e siti culturali hanno cercato di aprirsi in qualunque modo ad un pubblico più largo.
Diverse strategie sono state adottate, alcune alquanto futuristiche, ma l’uso delle storie per raccontare opere d’arte è stato un importantissimo passo in avanti. Le storie toccano tutti e hanno il formidabile potere di coinvolgere un pubblico non esperto a concetti anche complessi.
Le storie sono capace di ridare vita a quei oggetti e reperti inanimati che popolano i siti culturali. Rispetto ad un tradizionale racconto storico, scrivere una storia per un’opera museale è un esercizio ancora più complicato. Ci sono vincoli legati all’oggetto specifico che impediscono un ricorso troppo importante all’immaginazione. Chi scrive per un museo non è solo uno scrittore ma è innanzitutto un divulgatore storico e deve perciò seguire con rigore una metodologia ancora più stringente.
Deve seguire queste tre regole fondamentali:
1. Non distaccarsi troppo dalle informazioni scientifiche raccolte.
2. Prestare la massima attenzione ai dettagli e alle descrizioni di personaggi e ambientazioni.
3. Limitare al minimo l’interpretazione o addirittura l’invenzione di fatti e personaggi non realmente esistiti.
È ovvio che, come nel caso dei racconti storici, ci sono dei limiti legati alla mancanza di informazioni disponibili. Peggio ancora, spesso è difficile capire l’affidabilità di certe fonti storiche perché l’obiettivo non era sempre quello dare informazioni obiettive ma più di convincere. Pensiamo per esempio ai famosi ritratti rinascimentali che potrebbero essere presi a riferimento per descrivere i personaggi. Ben volentieri le dame e i signori si facevano rappresentare più belli e forti di quello che erano realmente!
Cosa può apportare in più la tecnologia?
Un altro importantissimo cambiamento degli ultimi anni è l’uso delle nuove tecnologie non più nelle industrie tradizionali ma anche nel mondo della cultura e dell’editoria. Basti pensare alla rivoluzione che hanno portato l’e-book e l’audiolibro.
I racconti storici oggi non sono quindi più da intendere come il tradizionale libro cartaceo ma come un contenuto che può essere supportato da diverse tecnologie. Dal reader al cellulare, fino ad arrivare ai confini del reale con la realtà aumentata e la realtà virtuale.
Gli autori di racconti storici non possono fare a meno di vivere in questa realtà. Anzi, queste nuove forme di espressione devono essere viste come nuove opportunità di creazione. Le nuove tecnologie non sono un fine in sé ma un mezzo per immergere il fruitore sempre più profondamente nella storia.
La realtà aumentata e la realtà virtuale sono mezzi potentissimi di immersione che ingannano il nostro cervello rendendogli difficile la distinzione tra realtà e finzione. I racconti storici si possono trasformare con l’ausilio di queste tecnologie in un’esperienza unica e indimenticabile dove il viaggio nel tempo diventa incredibilmente reale.
Il fruitore vive in prima persona una storia potenziando notevolmente la capacità di imparare e ricordarsi i concetti sperimentati. Ma la tecnologia permette anche di avvicinare i più giovani a cose spesso considerate da loro noiose e pesanti.
Stesso discorso vale per quel pubblico che era rimasto tagliato fuori finora dalle attività culturali spesso viste come troppo esclusive, incomprensibili persino per chi non ha avuto le chiavi culturali adeguate. La tecnologia facilita il rapporto tra il pubblico e le opere in quanto riesce a comunicare in maniera immediata con le emozioni personali e collettive. Ha il potere di abbattere moltissime barriere, rendendo l’arte più intuitiva ed emozionale, la tecnologia diventa un motore potente per rendere la cultura accessibile a tutti.
Il cambiamento avvenuta nella società in questi ultimi decenni non è stato ignorato dal mondo della cultura che si sta lentamente trasformando e adattando cercando di cogliere ogni nuova opportunità.
Una di queste opportunità tecnologiche è la possibilità di creare esperienze personali ed irripetibili all’interno del racconto storico. Il lettore si può relazionare con la storia con i propri tempi scegliendo o meno di approfondirne determinati aspetti. L’esperienza immersiva è quindi sublimata da una certa interattività con la storia.
Non si deve mai perdere di vista che il centro dell’esperienza rimane in ogni caso il racconto e la bravura dell’autore e non la scelta di questa o quella tecnologia.
I racconti storici interattivi: una rivoluzione
I racconti, che siano “tradizionali” libri cartacei o più innovativi con l’uso di qualche tecnologia, sono senza dubbio immersivi e ci toccano muovono nell’animo. Ci fanno vivere un viaggio emozionante nel tempo. Questo viaggio però si vive da spettatore senza un vero e proprio dialogo con il racconto.
L’uomo ha sempre più voglia di poter dialogare con l’opera, non solo di sentirsi spettatore ma di sentirsi partecipe della storia. L’interattività, resa possibile dalla tecnologia, è una formidabile rivoluzione.
L’interattività, ovvero la possibilità di compiere delle azioni che influenzano la trama narrativa, è già apparsa da tempo nel campo audiovisivo e dell’intrattenimento ma ancora poco nell’editoria. Rappresenta invece una straordinaria opportunità creativa.
L’autore può creare più trame, delle storie nella storia e sarà il lettore stesso a decidere il percorso da seguire. Il lettore può diventare addirittura un personaggio della storia e con le sue scelte cambiare il corso della narrazione. Non è più solo l’autore a creare ma anche il lettore. Quest’ultimo passa da spettatore ad attore della propria esperienza, trasformando la sua esperienza in gioco, concetto alla base della cosiddetta gamification.
I racconti storici interattivi sono ancora molto rari ma saranno sicuramente sempre più numerosi in futuro. Se siete curiosi di lasciarvi trasportare in questa nuova esperienza provate le storie interattive di Cultrip. Raccontano in modo nuovo e divertente la storia e la cultura di un territorio o di un luogo culturale. Tuffati!
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